L'idea di prevenzione è una componente essenziale dell'educazione insieme alla sua funzione di controllo sull'altro e sul suo comportamento, scelte e prese di decisioni. Se indaghiamo più analiticamente nel corso della storia possiamo osservare che le accezioni attribuibili all'agire preventivo sono principalmente di carattere di matrice sanitaria. In medicina "prevenire" significa impedire l'insorgenza e la proliferazione di malattie. Obiettivo ideale della medicina preventiva è che ogni individuo nasco sana e resti tale fino alla morte. La salute non e' semplicemente uno stato di assenza di malati, ma è una condizione dinamica di benessere fisico, mentale e sociale. Appare quindi paradossale notare che, se l'obiettivo della medicina preventiva è il benessere delle singole persone e della comunità in generale, l'obiettivo delle prevenzione educativa è la prevenzione del disagio cognitivo, psicologico e sociale. Quest'ultimo concetto rischia quindi di collocarsi all'interno della dimensione sanitaria: una definizione di salute onnicomprensiva, come quella appena descritta. Ricondurrebbe il tutto entro un paradigma medico-sanitario. Umberto Galimberti nel dizionario di psicologia indica come "preventivo" tutto quanto concorra a ridurre l'insorgenza di malattie e devianze.
La definizione strettamente sanitaria di prevenzione apparentemente più neutra, ci costringe quindi a fare i conti con implicazioni di matrice etica e culturale. La prevenzione è determinata dal contesto socio-culturale in cui si inserisce e contribuisce a perpetrarne il modello rafforzandolo.
fantatico! E' incredibile che la maggior parte delle sensibilizzazioni sociali nascono in campo medico. Sono fiero di questo!
RispondiEliminaAssolutamente d'accordo, ma c'è da dire anche che la prevenzione pare ridursi a informazione e spiegazione, come se alcuni comportamenti si sviluppassero per mancanza di sufficienti informazioni tra i soggetti a rischio di comportamenti non auspicati.
RispondiEliminaÈ il caso per esempio della cosiddetta educazione stradale, come se i comportamenti di guida pericolosa dipendessero da scarse informazioni sul codice della strada e non da un complesso gioco di motivi riguardanti il significato attribuito a quei comportamenti e il vissuto affettivo dei soggetti che li praticano.